I materiali che uso
18 Agosto 2018
Personal Mala in esposizione al Centro NU di Rho
15 Novembre 2018
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Come detto nella pagina dedicata alla nascita di un Mala, uno dei passaggi chiave consiste nell’immersione delle perle in un campo vibratorio acustico prodotto con la voce.

Per fare questo utilizzo diverse tecniche tra cui il canto armonico e il cosiddetto “throat singing” o “voce profonda” come lo chiamano alcuni. La denominazione di queste due tecniche è in realtà per il canto armonico il canto Sigit, di derivazione mongolica e portato alla notorietà dal grandissimo David Hykes, mentre per il Throat Singing, parliamo del Karghiraa, utilizzato dai monaci tibetani, in particolare da quelli appartenenti alla tradizione Gyuto e Gyumei, degli omonimi monasteri di cui i Gyuto Monks sono forse i più conosciuti e Lama Tashi è il più grande praticante.

I suoni utilizzati sono in modo particolare il suono “U“, così collegato al centro del Cuore e il suono “O“, mentre per quanto riguarda i Mantra, sono diversi a seconda della qualità del Mala che viene prodotto: da Om Mani Padme Hum in poi.

La pratica sulle perle di un Mala dura di solito alcuni giorni ed impiega in totale circa 7 ore di uso della voce.

Il risultato è una totale “aratura” di qualunque vibrazione estranea dalle perle, fatta eccezione ovviamente per quella intrinseca alle perle stesse che, al contrario, ne risulta estremamente rafforzata.

Queste tecniche vengono utilizzate solo sulle perle sciolte e non ancora montate, per evitare qualunque “imprinting” energetico sul Mala finito che invece deve assolutamente essere neutro, sempre al netto della sua vibrazione intrinseca, per poter accogliere l’impronta energetica del/la suo/a futuro/a proprietario/a.

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